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Il kaki, dolce concentrato di vitamine e non solo

L’autunno è bello anche perché si mangiano i cachi, o kaki che dir si voglia.

Il frutto dal caratteristico colore arancione vivace, ha 2000 anni di storia, è originario della Cina e dell’Asia e nel nostro paese viene coltivato principalmente in Sicilia.

Il cachi ci riserva grandi sorprese per le sue proprietà nutrizionali. Come molti frutti, è fatto perlopiù di acqua, con buona percentuale di zuccheri, discreta di fibre, minima di proteine e lipidi.

È invece molto ricco di vitamine, in primis la vitamina A, che può essere importante per la salute delle ossa, ma anche la C che può rafforzare le difese immunitarie in vista dell’inverno, la E, benefica per la pelle, nonché alcune del gruppo B (niacina, tiamina e riboflavina), ricostituenti per l’organismo. La presenza di betacarotene, licopene e zeaxantina ne fa un alimento antiossidante che può aiutare a contrastare l’invecchiamento.

Un frutto che è quasi un dessert

Due sono le qualità principali: il cachi mela, dal sapore di vaniglia e dalla polpa più soda, e il cachi comune, dolcissimo e cremoso al palato. Va da sé che il cachi, bello da vedere e dolcissimo, è come un pasticcino naturale. Si può però anche utilizzare per preparare frullati, marmellate e torte, con ottimi risultati.

Senza mai esagerare

Il cachi ha una caratteristica non del tutto positiva, è ipercalorico: 70 Kcal per ogni etto di frutto.

Inoltre, come abbiamo detto è molto ricco di zuccheri. Quindi può essere controindicato per chi vuole tenere sotto controllo il peso corporeo e ovviamente per chi è diabetico.

Per lo stesso motivo, gli specialisti sconsigliano in genere di assumerlo alla sera, per evitare a chiunque, anche se in buona salute e a ogni età, di imporre un carico glicemico troppo pesante all’organismo in vista della notte.